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Il nostro impegno per la parità di genere verso un futuro più equo

La strada da percorrere per il raggiungimento della parità di genere è ancora lunga: nel mondo ci sono troppe differenze tra uomini e donne sul lavoro, a livello di retribuzioni, assistenza e pensioni, nelle posizioni dirigenziali e nella partecipazione alla vita politica e istituzionale. Da sempre sensibili e attente a queste tematiche, ISOIL Industria si sta impegnando attivamente per conseguire la Certificazione UNI PdR 125 e per implementare il Whistleblowing: due azioni concrete per garantire un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso per tutti.

 

Gender gap: uno sguardo alla situazione globale

Dai dati del Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum, frutto di un’indagine fatta su 146 economie, emerge che nonostante un lieve miglioramento registrato nel 2024 rispetto all’anno precedente, a livello globale stiamo procedendo a un ritmo troppo lento sul percorso verso la parità di genere: sarebbero necessari 134 anni per raggiungere l’obiettivo.
Ottimi risultati sono stati raggiunti dai paesi nordici (l’Islanda è al primo posto, seguita da Finlandia e Norvegia) e l’Italia, con un punteggio in calo, mostra una sostanziale stagnazione nella riduzione delle disuguaglianze di genere e si posiziona all’87° posto nella classifica globale.

Occorrono dunque sforzi ulteriori per colmare i gap esistenti e tra le azioni prioritarie rientra l’implementazione nelle aziende di politiche efficaci in materia di inclusione e diversità.
Per incorporare il paradigma della parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo è stata introdotta la normativa UNI PdR 125, che incoraggia le aziende a creare un ambiente più inclusivo e diversificato seguendo determinate linee guida e best practice. Pubblicata il 16 marzo 2022, la Prassi di Riferimento per la parità di genere prevede l’adozione di specifici Key Performance Indicator (KPI) in relazione a 6 aree di valutazione per le seguenti variabili: Cultura e strategia, Governance, Processi Human Resources, Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, Equità remunerativa per genere, Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Per ciascuna di queste aree viene assegnato un peso percentuale e per ottenere la certificazione, che ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale, il punteggio minimo è del 60%.

 

Raggiungere, migliorare e documentare la parità di genere con la Certificazione UNI PdR 125

Per incorporare il paradigma della parità di genere nel DNA delle organizzazioni e produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo è stata introdotta la normativa UNI PdR 125, che incoraggia le aziende a creare un ambiente più inclusivo e diversificato seguendo determinate linee guida e best practice. Pubblicata il 16 marzo 2022, la Prassi di Riferimento per la parità di genere prevede l’adozione di specifici Key Performance Indicator (KPI) in relazione a 6 aree di valutazione per le seguenti variabili: Cultura e strategia, Governance, Processi Human Resources, Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, Equità remunerativa per genere, Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro. Per ciascuna di queste aree viene assegnato un peso percentuale e per ottenere la certificazione, che ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale, il punteggio minimo è del 60%.

 

Una questione di cultura

La Prassi di riferimento per la parità di genere si inserisce nella Strategia Nazionale per la Parità di Genere e per la sua promozione il PNRR ha destinato 6,66 miliardi di euro.
Oltre ad ottenere sgravi fiscali nella misura dell’1% fino a un massimo di 50 mila euro, le imprese che conseguono la certificazione ottengono vantaggi in termini di business: i dati che McKinsey periodicamente diffonde sull’equità tra uomini e donne evidenziano che le imprese che si impegnano attivamente in questo tipo di programmi ottengono dei benefici economicamente misurabili.
La parità di genere rientra inoltre negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’ONU e le aziende che si impegnano attivamente nell’ambito della Sostenibilità Sociale ottengono un ritorno reputazionale positivo.
ISOIL Industria crede fermamente che l’importanza della Certificazione UNI PdR 125 non si esaurisca nella somma dei vantaggi sopra elencati: essa rappresenta un vero e proprio metodo che serve alle aziende per orientarsi su quali programmi portare avanti per riequilibrare i generi in termini non solo di presenza ma anche di cultura.
Intraprendere il percorso verso la Certificazione permette di fotografare la situazione relativa alla parità di genere in azienda attraverso una prima valutazione di numeri e di indicatori di parità, di costruire una sponsorship forte attraverso una politica per la parità che deve essere definita dal vertice; consente poi di delineare un piano con obiettivi chiari e misurabili e con indicatori di performance e di assegnare una chiara ownership per guidare il piano e monitorarne gli indicatori.

 

Un ulteriore passo verso l’equità e l’inclusione: il Whistleblowing

Un altro importante strumento per contrastare le discriminazioni di genere, ma anche più in generale i comportamenti illeciti, fraudolenti o pericolosi che potrebbero verificarsi all’interno dell’organizzazione è il Whistleblowing (dall’inglese “to blow the whistle” – “soffiare il fischietto”.
Tradotto letteralmente, il whistleblower è il soffiatore nel fischietto, ovvero colui il quale “segnala” a qualcuno i comportamenti illeciti di qualcun altro).
L’obiettivo è quello di applicare in modo tempestivo e appropriato misure a tutela di dipendenti, lavoratori autonomi, liberi professionisti, consulenti, collaboratori, volontari e tirocinanti, azionisti e persone con funzioni di amministrazione, direzione, controllo, vigilanza o rappresentanza, facilitatori, colleghi e persone che si trovano nel medesimo contesto lavorativo.
Il Whistleblowing trova la sua prima disciplina organica a livello nazionale con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (GU n.63 del 15-3-2023) del Decreto legislativo 24 del 10 marzo 2023, in vigore dal 30 marzo 2023, e tale Decreto recepisce in Italia la Direttiva europea 1937 del 2019 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione.
Tutte le aziende che hanno adottato i modelli di organizzazione e gestione previsti dal D.Lgs. 231/2001 devono dotarsi di un canale informatico per il Whistleblowing e anche le nostre società si stanno attivando su questo fronte.

Costruire un futuro equo e inclusivo dipende da tutti noi  e seguici anche sui nostri profili social in questo viaggio verso il miglioramento continuo!