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Energia e ambiente: il futuro del teleriscaldamento e teleraffrescamento

Che cosa faremo delle nostre città? La sfida della transizione energetica

Il mondo sta vivendo un eccezionale processo di urbanizzazione: le città sono in espansione e sono sempre più densamente popolate. Ciò implica un grande consumo di risorse, anche energetiche. Il settore del riscaldamento e del raffrescamento è uno dei più energivori a livello Europeo: rappresenta il 50% degli usi finali dell’energia. Questo fabbisogno è soddisfatto per il 70% da combustibili fossili, con gravi conseguenze legate alle emissioni dei gas ad effetto serra, ritenuti responsabili del riscaldamento globale del pianeta.

L’adozione da parte degli edifici di sistemi di riscaldamento e condizionamento sostenibili darebbe perciò una forte spinta al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e di miglioramento della qualità dell’aria.

Teleriscaldamento: cos’è e come funziona

teleriscaldamentoImmagine: fonte Airu

Il teleriscaldamento (altrimenti detto district heating o, più raramente, teleheating) è una forma di riscaldamento urbano che utilizza il calore di scarto recuperato sul territorio oppure prodotto da impianti industriali o da una centrale termoelettrica o una centrale di cogenerazione nel caso in cui si tratti di teleriscaldamento abbinato ad un impianto di cogenerazione.

Per generare calore può essere utilizzata una grande varietà di combustibili tra cui gas naturale, biomasse, rifiuti solidi urbani.

Il calore recuperato viene utilizzato per riscaldare un fluido vettore (acqua calda, acqua surriscaldata o vapore) che viene portato ad una temperatura di 90-120°C. Avviene poi la distribuzione attraverso le tubazioni di questo fluido vettore. Esso, tramite tubazioni coibentate “di mandata”, viene trasportato ai singoli edifici dove avviene l’incontro con lo scambiatore di calore che permette di trasferire il calore prelevato dalla rete di teleriscaldamento agli impianti di riscaldamento degli edifici, offrendo la possibilità di produzione di acqua calda sanitaria. Le sonde di temperatura segnalano la quantità di calore richiesta dall’edificio alla centralina di controllo che aziona, in modo proporzionale alla richiesta, la valvola di regolazione per aumentare o diminuire la portata di acqua calda o surriscaldata nello scambiatore.
In qualsiasi momento è possibile modificare la temperatura di distribuzione del circuito idraulico dell’edificio e regolare la temperatura degli ambienti da riscaldare. Il consumo di calore viene calcolato e memorizzato da un gruppo di misura che provvede a rilevare la portata e le temperature di ingresso e di uscita dell’acqua del teleriscaldamento. Una volta riscaldata l’acqua degli impianti, il fluido termovettore si raffredda e ritorna alla centrale termica attraverso le tubature “di ritorno”. Una specifica caratteristica del servizio di teleriscaldamento è la distanza esistente tra il punto di produzione e i punti di utilizzo del calore: una centrale può servire edifici situati anche ad alcuni chilometri di distanza collegati tramite reti di tubazioni.

I vantaggi

Il teleriscaldamento è una soluzione vantaggiosa sotto vari punti di vista:

  • Apporta benefici ambientali: contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria attraverso la riduzione delle emissioni di sostanze inquinanti e di gas ad effetto serra. Permette inoltre un miglior controllo, una riduzione del numero e una localizzazione più adeguata dei punti di emissione.

L’impatto dell’adozione del sistema di teleriscaldamento è stato indagato da ARPA Piemonte: uno studio pubblicato a dicembre 2019 rivela che Torino (la città italiana con la rete di teleriscaldamento più sviluppata) ha un impatto emissivo del riscaldamento pressoché nullo, un risultato ben diverso da quello raggiunto dalla maggior parte del territorio piemontese.

  • E’ efficiente: permette un maggior risparmio energetico, un minor consumo di energia primaria di origine fossile grazie all’impiego di fonti rinnovabili, da biomasse, da termodistruzione dei rifiuti, da solare, da geotermia. Consente di recuperare calore altrimenti disperso, generato da processi industriali esistenti. Abbinato alla centrale di cogenerazione offre rendimenti medi più elevati a parità di combustibile impiegato.

  • Concilia comfort termico e salvaguardia dell’estetica degli edifici: è particolarmente adatto laddove sono difficilmente praticabili altri interventi di efficienza energetica quali ad esempio la sostituzione di serramenti, l’installazione di cappotti esterni o l’isolamento di tetti e coperture.

  • Offre all’utente finale risparmi sulla manutenzione, infatti non vi è il rischio di accumulo di scorie dovute al trasporto di combustibile.

  • E’ una soluzione immediatamente applicabile che ha delle prospettive di sviluppo molto importanti sia per le città, sia per l’occupazione indotta e quindi per il Prodotto Interno Lordo Nazionale.

La situazione in Italia

Airu, l’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano di cui fa parte ISOIL Industria
, in collaborazione con Utilitalia ha richiesto ai Politecnici di Milano e di Torino di fare una valutazione sul potenziale del teleriscaldamento in Italia: da tale studio (tutt’ora in corso) emerge che esso, nonostante la disponibilità di calore sul territorio, è ancora poco sviluppato.

Attualmente nel nostro Paese vi sono più di 300 reti di teleriscaldamento, per lo più di dimensioni medie e piccole. Queste reti coprono il 2,3% della domanda termica residenziale per climatizzazione. Torino, Milano e Brescia sono le città in cui il teleriscaldamento è più sviluppato. La volumetria riscaldata tramite questi sistemi è di 358 Mm3, pari a 1.300.000 appartamenti e il calore distribuito è di circa 9.300 GWht.

L’adozione di sistemi di teleriscaldamento e teleraffrescamento nel 2018 ha fatto risparmiare 0,5 Mtep di energia primaria e ha permesso di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera (1,7 Mt di CO2 evitata).

Misurare” l’efficienza: gli strumenti necessari

Come abbiamo visto, il teleriscaldamento può giocare un ruolo importante nelle sfide energetiche del futuro: il settore è tra quelli che maggiormente possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).

Occorre dunque promuoverne le diffusione, servono maggiori investimenti, un quadro di regole certe e stabili e soluzioni tecnologiche di qualità, in grado di fornire misurazioni altamente precise e affidabili.

La durata in esercizio delle reti di teleriscaldamento non dovrebbe essere inferiore ai trent’anni: affinché tale requisito sia soddisfatto serve una corretta progettazione delle reti ma anche un monitoraggio delle loro condizioni per rilevare tempestivamente eventuali guasti e programmare adeguate attività di manutenzione. Altrettanto importanti sono le tecnologie per la contabilizzazione del calore: quest’ultima può essere considerata il cuore economico di tutti i sistemi di teleriscaldamento. E’ importante poter disporre di apparecchiature in grado di fornire dati certi sui consumi effettivi.

Nello sviluppo e produzione di tecnologie di misura è attiva ISOIL Industria, che offre soluzioni all’avanguardia, certificate (MI-001, MI-004, OIML R49, SIL, PED, Atex e altro) e organizzate in linee di prodotto specifiche: ISOMAG (misuratori di portata elettromagnetici), ISOFLUX (misuratori e contacalorie a ultrasuoni), ISONRG (contatori di energia elettrica e termica) e ISOD@M (software di acquisizione e gestione dati).

“Di fatto, possiamo fornire tutto ciò che comprende la misurazione dell’energia termica, dalla fase di produzione ai consumi finali, con la ripartizione puntale per singola utenza” spiega Luigi Solofrizzo, Direttore di Isothermic, la divisione di ISOIL Industria specificamente focalizzata sul comparto termico.

Per informazioni, non esitate a  contattare l’azienda: i nostri tecnici vi forniranno un valido supporto e utili consigli per soddisfare le vostre esigenze.